Il fatto non costituisce reato

È notizia fresca, di ieri 24 marzo 2022, che la terza sezione penale della Corte di Appello di Milano ha assolto il noto blogger e scrittore Stefano Massaron dal reato di diffamazione aggravata, per il quale, nel febbraio 2020, era stato condannato in primo grado dalla decima sezione del Tribunale di Milano.

Come spesso accade, la disparità di notorietà tra querelanti e imputato non concede molti spazi a quest’ultimo per poter rivendicare la propria dichiarata innocenza e con questo post voglio contribuire a divulgare e dare eco all’innocenza di Stefano Massaron.

Naturalmente, il pronunciamento della Corte di Appello non è ancora definitivo, la sentenza è ancora ben lungi dall’irrevocabilità poiché è ancora possibile per le altre parti private e per la Procura Generale ricorrere per Cassazione.

Anzi, ancora non si conoscono le motivazioni e non mi spenderò qui in approfondite disamine in diritto, in primis per non annoiare ed in secundis perché potremo circostanziare meglio solo quando conosceremo le motivazioni.

Oggi però per certo sappiamo che Stefano Massaron è innocente e che l’articolo pubblicato sul blog “Il Malpensante” il 30 settembre 2016

non costituisce reato

Ebbene, quali offese furono contestate al Massaron? Ecco il capo di imputazione

perché, pubblicando sul sito denominato www.ilmalpensante.com un articolo da lui scritto ed intitolato “Il rispetto professionale non è più di casa” commentava l’articolo apparso sulla Gazzetta dello Sport (a sua volta intitolato “Inter, ma non ti vergogni?”) con espressioni del seguente tenore:
“… ma ciò che è stato pubblicato ieri sera sulla gazzetta dopo la (pessima) sconfitta dell’Inter… supera di gran lunga l’ignobile titolo … non solo l’ha superato in ignominia e schifo giornalistico, ma ha usato quello stesso titolo per giustificare la bassezza dei propri obbiettivi e l’ormai conclamata assenza di qualsivoglia vergogna … […] Lungi dal chiedere scusa per quel titolo ignobile, ieri sera i redattori dell’obbrobrio rosa l’hanno reiterato […] E non contenti di ciò, si sono pure riparati dietro le gonne di un sondaggio. Sondaggio chiaramente fake e del tutto inattendibile…., i cui risultati farlocchissimi sono serviti a giustificare un mantra … che
ultimamente va molto di moda: è il web che lo chiede […].
Nonché, riferendosi ai giornalisti del predetto quotidiano così
proseguiva:
“ … un tempo i giornali, sportivi e non, ospitavano giornalisti … ora ci sono soltanto mendicanti di copie, questuanti di attenzioni, vibranti sull’orlo di una stampa asservita che per non chiudere definitivamente e non dichiarare il fallimento … deve ricorrere, china e prona, quello stesso nemico che la sta irrimediabilmente affossando: il web ed i social media … quindi quelli della Gazzetta hanno semplicemente falsato l’interpretazione (farlocca) di un sondaggio che era già farlocco in partenza … […]. Uno degli episodi più gravi che ricordiamo stati è stato preso e usato senza remore dagli accattoni della Gazzetta …. E sono solo di oggi alcuni deliri di
S.V. , che riportiamo qui di seguito con l’avvertenza di anti emetico pensate un atteggiamento ancora più meschino del servilismo .. Poichè la realtà è che alla Gazzetta dello Sport sono ormai mendicanti di copie … un giornale dovrebbe servire per approfondire … Loro non lo fanno, ergo parziali, partigiani, facinorosi … Cari interisti … non avere bisogno di immergervi fino al collo nella melma del fu giornalismo italiano … Ricordatevi che il signor Jingdong Zhang può comprare un M.R. ogni due ore, se ne ha voglia, e mandare lui, poverino – mi fa pena – , lo sto usando solo a titolo di esempio – a lavorare in una fabbrica di climatizzatori nella campagna pre-himalayana … Ecco ci rivolgiamo direttamente a voi adesso, dovreste provare anche vergogna per quello che siete diventati … oggi abbiamo idea dello stato in cui l’avere la ridotta [la Gazzetta dello Sport] e di quello che facciamo quando ce lo troviamo fra le mani.
Davvero. Non c’è più nessuna giustificazione, tranne una” cui
seguiva la pubblicazione dell’immagine di un rotolo di carta igienica riportante la scritta “La Gazzetta dello Sport”. Così offendendo l’onore e la reputazione dei giornalisti V.S., G.M. e C.F.,
tutti appartenenti alla testata giornalistica “La Gazzetta dello
Sport”, cui attribuivano il fatto determinato di avere falsificato
un sondaggio giornalistico pubblicato sul quotidiano ed
effettuato tra i lettori.
In Milano in data 30.9.2016.”

Così come uno degli interessati, immediatamente dopo la pronuncia della sentenza di primo grado e senza attendere il deposito delle motivazioni, ebbe a divulgare la sua vittoria (segue immagine)

oggi a difendere l’innocenza e la riabilitazione del mio assistito vale il dispositivo del pronunciamento della Corte di Appello (segue immagine)

Quando saranno pubblicate le motivazioni potrò commentare con maggiore dettaglio.


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